Scuola Napoletana

Abbiamo raccolto opere importanti  e note biografiche su artisti della scuola napoletana del fine '800 inizi '900 e altri grossi nomi del Realismo italiano. Buona navigazione!






Gustavo Pisani - Mercato di Porta Nolana


Gustavo Pisani - Mercatino




Gustavo Pisani - Autoritratto



Vincenzo IrolliRagazza con fiori




Vincenzo Irolli - Donne con fiori in cortile



Vincenzo Irolli - "A young beauty"



Vincenzo Irolli - Preghiera


Vincenzo Irolli - La lettura del prete



Vincenzo Irolli - Ritratto muliebre


Vincenzo Irolli - Profilo di fanciulla



 Antonio Mancini - Bimbo che legge


Antonio Mancini - Resting


Antonio Mancini - Autoritratto


Antonio Mancini - Lo studio



Antonio Mancini - "Monello napoletano che osserva un busto di Re Umberto"



Antonio Mancini - Ritratto di una ragazza




 
Nicola Biondi - Ritratto di bambina


Nicola Biondi - La trottola







 




Teofilo Patini (Castel di Sangro 1840 – Napoli 1906)




Edoardo Dalbono (Napoli 1841 - 1915)




  
Edoardo Dalbono - Pescatori di Napoli


Edoardo Dalbono - Marina



Attilio Toro (Napoli 1892 - 1982)



Attilio Toro - Ragazza allo specchio



Attilio Toro - Seduzione




Gennaro Villani (Napoli, 1885 – 1948)



Gennaro Villani - Terra feconda




 Nicola Ciletti (S. Giorgio La Molara, 1883 –1967)




 Nicola Ciletti - Ritratto di due fanciulli






Angelo Brando - Ritratto di giovane donna




Angelo Brando - Natura morta




Vincenzo Volpe - L'Ardenza


In Europa fra la fine del Settecento e approssimativamente fino al 1830 le più significative espressioni del gusto erano dominate dalle regole del Neoclassicismo. Negli anni Venti dell'Ottocento questo dominio cominciò ad essere contrastato dal Romanticismo, un fenomeno troppo vasto e complesso per poter essere affrontato senza uscire dall'ambito delle arti figurative. Volendo però rimanere in tale ambito, possiamo dire che il Romanticismo, rivendicando i diritti del sentimento e della fantasia, opponeva alla dogmatica imitazione degli antichi la libera creatività individuale e il carattere di soggettiva intimità dell'opera d'arte. Alla equilibrata compostezza classica  sostituiva passione ed impeto. 



Vincenzo Gemito (Napoli 1852 - 1929)


Vincenzo Gemito - L'Adolescente



Vincenzo Gemito - Ritratto di un ragazzo




Vincenzo Gemito - Ritratto di Anna Gemito




Anton Sminck v. Pitloo  (Arnhem 1790 – Napoli 1837) 


Anton Sminck v. Pitloo - Dal Monte Nuovo





Francesco Paolo Michetti (Tocco da Casauria 1851 – Francavilla al Mare 1929)



 Francesco Paolo Michetti - Autoritratto



Francesco Paolo Michetti - Sposalizio in Abruzzo


Francesco Paolo Michetti - "Studio per il Volto di un contadinello



 Francesco Paolo Michetti - Ragazza al sole


Francesco Paolo Michetti - Ritorno dai Campi



 Francesco Paolo Michetti - Pastorelle con gregge



 Paolo Vetri (Castrogiovanni 1855 – Napoli 1937)


Paolo Vetri - Zingara 



Tuttavia il Romanticismo all'atto pratico non riusciva a tradurre il suo credo in nuovi modi formali che esprimessero in maniera originale un diverso e più intimo contatto fra Uomo e Natura, ma di fatto mediava con i modi delle vecchie Accademie. Nella sostanza esso si limitava, come dimostra l'ampia produzione di quadri storici, a sostituire temi e personaggi della classcità con quelli del Medioevo, oppure riduceva la comunione fra Uomo e Natura nella rappresentazione di un "paesaggio romantico" in cui marine, monti, alberi e rocce sostituivano simbolicamente le emozioni dell'artista.





Michele Cammarano (Napoli 1835 - 1920)




Michele Cammarano - Dipinto di me stesso




Gabriele Smargiassi (Vasto 1798 - Napoli 1882)





Napoli fino agli anni dell'Illuminismo e del decennio di dominazione francese, nonostante la sua plurisecolare dipendenza politica non aveva mai sfigurato nel panorama artistico ed intellettuale europeo. Le arti figurative anche quando la restaurazione borbonica avviò la città verso la sua progressiva provincializzazione, conservarono una loro dignità con la scuola di Posillipo, che secondo alcuni critici in un certo senso anticipava l'Impressionismo, soprattutto nell'opera di Giacinto Gigante, per la sua libertà di tocco, nervoso ed impreciso, l'abbreviatura formale e l'ariosa luminosità dello stile.  


Giacinto Gigante (Napoli 1806 - 1876)




Giacinto Gigante - Lungomare






Giacinto Gigante - Dai Campi Flegrei






Giacinto Gigante - Piazza Mercato

Nei primi decenni dell'Ottocento, all'Accademia delle Belle Arti aveva dominato il classsicismo. Tramontati i neoclassici ed esauritasi la Scuola di Posillipo, comparvero sulla scena artistica i cosiddetti "Naturalisti" e "Romantici". Al binomio Pitloo-Gigante che aveva portato la pittura napoletana all'aria aperta, successe il binomio Palizzi-Morelli, che dominarono l'Accademia e l'ambiente pittorico napoletano per il resto dell'Ottocento. Filippo Palizzi (1818-1899), il più rappresentativo di una schiera di fratelli e familiari anch'essi pittori, considerato caposcuola dei "Naturalisti", dette alla sua pittura il carattere di un verismo analitico e descrittivo, introducendo nell'arte napoletana la ricerca naturalistica. Dipinse pastorelle e miti animali, curati nei minimi particolari, che però egli rappresentava in un mondo idilliaco, in cui anche un misero animale ne usciva nobilitato poeticamente. 





Filippo Palizzi (Vasto 1818 - Napoli 1899) 


 
Filippo Palizzi - All'Abbeverata



Filippo Palizzi - Giovinetta alla sorgente


Filippo Palizzi - La fanciulla sulla roccia a Sorrento 




Consalvo Carelli - Gruppo di italiani sulla baia di Napoli


Consalvo Carelli - Pescatori nel Golfo



Domenico Morelli considerato il caposcuola dei "Romantici" locali, pontificò a lungo. Formatosi con gli ultimi epigoni del neoclassicismo, si indirizzò verso la produzione di grandi composizioni di soggetto storico, letterario, religioso, tematiche che spinse ad artificiosi e vistosi effetti creati dalla violenza dei colori e dai contrasti di luce. Stilisticamente operò un eclettismo che contemperava accademismo e naturalismo, rappresentando con verismo figure e cose non viste ma solo immaginate. L'ascendente che Morelli ebbe nell'ambiente pittorico, soprattutto nell'ultimo trentennio dell'Ottocento, contribuì ad avviare la pittura napoletana verso sgargianti virtuosismi.  Palizziani e  morelliani, ovvero Naturalistici e Romantici, spesso erano legati da amicizia personale così come lo erano i due loro capiscuola, anche se tendevano, artisticamente, a contrapporsi. I due gruppi, da angolazioni diverse, nacquero e si svilupparono in antitesi all'Accademismo, nel tentativo di ritrovare il senso vero dell'Arte: i primi la ricercavano nel "Vero", cioè "dentro l'oggetto rappresentato", ed i secondi nella "Ispirazione", cioè "dentro  il soggetto che crea", dentro l'artista.  


 Domenico Morelli (Napoli 1826 - 1901)


Domenico Morelli - Autoritratto



Giuseppe De Nittis  (Barletta 1846 - Saint Geramain en Laye 1884)


Giuseppe De Nittis - Signora Napoletana


         

Giuseppe De Nittis -  Prima del ballo





Giuseppe De Nittis - Kimono color arancia



Giuseppe De Nittis - Donna in una canoa 





Francesco Saverio Altamura (Foggia 1826 – Napoli 1897)



 Giuseppe Pennasilico - Allo specchio



Giuseppe Pennasilico - La fine di un sogno 


Giuseppe Pennasilico - Pastorello


Ulisse Caputo - Interno con figura femminile


Ulisse Caputo - La Signora con il ventaglio


Ulisse Caputo - Sinfonia




Saranno la convivenza di pittura romantica e naturalistica, gli intrecci delle due tendenze, in dosi e maniere variabili e altalenanti, che caratterizzeranno gli artisti napoletani non solo della restante parte dell'Ottocento, ma anche parte del secolo successivo.